La passione del gusto by Rosalia Cavalieri

La passione del gusto by Rosalia Cavalieri

autore:Rosalia, Cavalieri [Cavalieri, Rosalia]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Filosofia, Saggi
ISBN: 9788815329608
editore: Societa editrice il Mulino Spa
pubblicato: 2016-09-14T22:00:00+00:00


Se la ricerca del piacere per lo più non prescinde dall’altro, la pratica conviviale è, ancora più del consumare un pasto da soli, uno dei contesti di realizzazione di quel «vivere felice» cui tende l’uomo, il solo animale in grado di trarre una gioia infinita dai sapori sublimi che accarezzano il suo palato al di là del mero nutrimento, dall’estasi provocata anche da un cibo semplice come il pane, raccontata e condivisa in tutta la sua sensualità come solo gli umani possono e sanno fare:

se il pane «basta a sé stesso» è perché è molteplice, non nel senso delle sue tipologie, ma per la sua essenza stessa giacché il pane è ricco, è vario, il pane è un microcosmo. In esso si incorpora un’assordante varietà, come un universo in miniatura che svela le sue ramificazioni nel corso della degustazione. L’assalto, di primo acchito si sposa con la muraglia della crosta, dopo che ha superato questa barriera resta sbalordito dalla remissività che gli riserva la mollica fresca. È quasi sconcertante l’abisso che c’è tra la scorza screpolata, a volte dura come pietra, a volte semplice manto che cede ben presto all’offensiva, e la morbidezza dell’interno che si raggomitola nelle guance con carezzevole docilità […]. È pane, eppure si mangia come un dolce; ma a differenza della pasticceria, anche di quella da forno, la masticazione del pane sfocia in un risultato sorprendente, un risultato… vischioso. La pallina di mollica masticata e rimestata alla fine deve amalgamarsi in una massa collosa e tanto compatta da non lasciar passare l’aria; il pane invischia, proprio così, invischia. Chi non ha mai osato impastare a lungo il cuore del pane con i denti, la lingua, il palato e le guance non ha mai trasalito sentendo dentro di sé l’ardente esultanza della vischiosità. In quel momento quel che mastichiamo non è più pane né mollica né dolce, ma un simulacro di noi stessi, del gusto che devono avere i nostri tessuti intimi che impastiamo con le nostre bocche esperte in cui la saliva e il lievito si mischiano in un’ambigua fratellanza [Barbery 2008, 73-74].



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